Si parla, anzi si sparla tantissimo delle violazioni della privacy causate dai droni. Il nuovo Regolamento Europeo sui droni recentemente adottato dalla Unione Europea ne fa un dogma. Nelle pagine delle norme pubblicate il giorno 11 giugno 2019 sulla Gazzetta Ufficiale UE si parla di privacy by default.
In sostanza i droni per poter volare in Europa una volta che il regolamento sarà a pieno regime, dovranno essere pensati e progettati per tutelare la privacy dei cittadini a terra.
Ovvio che un drone volando estende in maniera innaturale lo sguardo umano che non si ferma di fronte alla barriere sin qui costruite: siepi, recinzioni cancelli, mura di cinta. Ma il regolamento prevede anche altre forme di violazioni della sfera di intimità delle persone a terra, va a prevedere anche una ricezione più o meno volontaria di conversazioni e di dati.
I futuri droni che voleranno in Europa, dovranno rispettare la privacy dei cittadini evitando la cattura anche non intenzionale di immagini, conversazioni o dati personali.
Parlando di dati, l’attenzione si eleva e un certo tipo di utenza professionale alza le antenne o le eliche, per usare una simpatica analogia. Come noto il GDPR approvato e in vigore dallo scorso maggio 2018 ha norme ben severe e precise per la tutela dei dati sensibili e sopratutto la loro protezione.
Il modo migliore per proteggere dati non è ovviamente quello di installare firewall o ingaggiare ancor più costosi consulenti informatici, ma è proprio la “non raccolta” dei dati che proteggerà coloro che non vogliono apparire.
Durante l’uso dei sistemi professionali, perché chiamarli semplicemente droni parrebbe riduttivo, molto spesso la domanda da parte dei corpi di polizia è: “Quali dati sono trasmessi via etere?”
La domanda a dire il vero viene posta anche dall’utilizzatore amatoriale o semi professionale di droni e noi stessi di Dronezine ce lo siamo domandati più volte.
I dati del Login obbligatorio con chi sono condivisi e dove sono registrati?
Nessun dubbio sulla buona fede del produttore di droni, ma in caso di violazioni da parte di malintenzionati saremmo avvisati?
Chi si occupa della manutenzione e protezione di questi dati personali?
In questo nostro precedente articolo scaviamo qualche metro all’interno dell’iceberg relativo all’uso dei droni e il rispetto della privacy dei piloti, ma con analisi più approfondite, abbiamo appurato che le connessioni aperte verso il mondo esterno dalle applicazioni di controllo del drone, non sono dirette solo ai server del colosso asiatico produttore di droni.
Recentemente, ma ne parlammo ampiamente anche nel 2017, i militari dell’esercito USA hanno messo al bando l’uso dei droni cinesi durante le loro missioni, oltre alla sfiducia di Trump nei confronti di certi produttori asiatici di telefonia mobile – Huawei ad esempio.
In tutta risposta, sempre nell’ottobre di quell’anno, la stessa DJI Innovation propose un sistema denominato LDM, Local Data Mode. In poche parole il flusso di dati tra le Ground Stattion di terra e i server DJI venivano inibite e bloccate dall’operatore di droni, garantendo sicurezza e riservatezza per i clienti governativi, militari.
Ora siamo nel 2019 e con la nuova serie di droni professionali DJI Enterprise, il problema si ripropone e gli utilizzatori di Enti Pubblico, delle Forze di Polizia o di Pronto Intervento, si pongono gli stessi interrogativi di allora: come tutelare o limitare la trasmissione di dati, non solo verso un produttore commerciale di droni, ma addirittura verso un paese straniero.
Di Pilot PE (Private Edition) – L’applicazione per droni DJI Enterprise che rispetta la privacy e garantisce la riservatezza dei dati
La risposta arriva abbastanza in sordina e sottovoce dalla stessa azienda di Shenzen che pubblica sul proprio sito ufficiale una versione della applicazione DJI Pilot PE. Dove la sigla PE sta per Private Editon.
Tale applicazione disponibile per sistemi operativi iOS e Android, garantisce un assoluto anonimato per il pilota dei droni e la sua operazione. Sparisce innanzi tutto l’obbligo di registrazione e successivo Login sui server DJI. Inoltre viene garantito che nessun dato venga trasferito tramite connessione remota a nessun server esterno.
A scelta è possibile usare i dati localmente o inviarli a un proprio server privato.
L’applicazione DJI Pilot PE Private Edition, è dedicata al controllo dei più recenti droni della categoria dedicata ad aziende e imprese, quali il Mavic 2 Enterprise e il Mavic 2 Dual Enterprise.
Fonte: DRONEZINE articolo di Stefano Orsi